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Isvara Yoga Center winter solstice
Wednesday 19 December at 9.00 pm
solstizio d'inverno 19/12/2018 ore 21:00
La ruota dell'anno e il Cielo invernale
Meditazioni per il Solstizio
Il Solstizio d’Inverno è il momento di felicità
allo stato puro, della gioia, del ringraziamento, della magnificenza. La notte
del solstizio invernale è la notte più lunga dell'anno. L'oscurità trionfa, e
già prepara il cammino e si trasforma in luce. Il respiro della natura è
sospeso.
Celebreremo con un rituale di purificazione: il momento del risveglio e dei nuovi progetti, lasciando i rimorsi alle spalle. Lasceremo andar via le nostre paure, i nostri dubbi, le idee logore e i progetti finiti - qualsiasi cosa della nostra vita che ci tiene lontani dai nuovi inizi che ci porteranno ad una nuova crescita. È il momento di lasciar andare il passato e di camminare verso la luce. Rinnoveremo e daremo nuova vita ai nostri corpi e spiriti, piantando i semi del cambiamento.
Celebreremo con un rituale di purificazione: il momento del risveglio e dei nuovi progetti, lasciando i rimorsi alle spalle. Lasceremo andar via le nostre paure, i nostri dubbi, le idee logore e i progetti finiti - qualsiasi cosa della nostra vita che ci tiene lontani dai nuovi inizi che ci porteranno ad una nuova crescita. È il momento di lasciar andare il passato e di camminare verso la luce. Rinnoveremo e daremo nuova vita ai nostri corpi e spiriti, piantando i semi del cambiamento.
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Il solstizio invernale è stato spesso associato alla nascita del " Re Divino", molto prima della nascita del cristianesimo. Yule è la rinascita, il ritorno della speranza e della vita. Non ha mai cambiato il suo significato nel tempo. Del resto Yule e Natale non sono poi così diversi. Entrambi celebrano l'arrivo del Dio/Sole, così come Cristo è stato chiamato, la luce del mondo.
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Il termine ‘solstizio’ deriva dal latino solstitium, comp. di sol
‘sole’ e di un der. di stare ‘fermarsi’. Il solstizio d'inverno è il giorno più
corto dell'anno e cade il 21 dicembre. .. Nei giorni successivi al solstizio 22-23-24
dicembre, nell'emisfero Nord il sole sembra fermarsi in cielo per poi invertire
il proprio moto, amplificando il buio della notte e riducendo le ore di luce
giornaliera. Dopo tale data la luce del giorno torna lentamente ad aumentare e
ad estendersi, con la progressiva riduzione della durata del buio a vantaggio
della luce fino al Solstizio d’estate (21 giugno).
Gli antichi colsero il significato sottile dei solstizi: quando
le tenebre, il decadimento e la morte sono al culmine profondo, si gettano i
semi della vita e della rinascita.
Due le porte degli iniziati: una appartiene agli uomini e l’altra
al divino.
Le stagioni non hanno sempre lo stesso numero di giorni poiché
iniziano e finiscono in istanti astronomici ben precisi che variano di anno in
anno. È l’istante e punto dell’eclittica in cui il sole cessa di allontanarsi dall'equatore celeste e comincia a riavvicinarvisi. Astronomicamente i due
solstizi (uno invernale e uno estivo) cadono intorno al 21 dicembre e il 21
giugno. Astrologicamente corrispondono all'entrata del sole nei segni di
Capricorno (22 dicembre) e del Cancro (22 giugno).
Tradizionalmente il solstizio d’inverno apre la fase ascendente
del ciclo annuale e coincide con la nascita di Cristo, mentre quello estivo
apre la fase discendente e coincide con la nascita del Battista, come
sottolinea la formula evangelica “bisogna che egli cresca e che io decada”
(Giovanni,3,30).
Il significato esoterico e
spirituale dei riti solstiziali hanno un contenuto di “trasformazione”,
“rinnovamento”, “rinascita”. Il cammino del ciclo annuale avviene con il
solstizio d’estate, mentre il punto finale della fase discendente, che
costituisce la nuova ascesa avviene nel solstizio d’inverno. Tutto ciò che
raggiunge il suo massimo è destinato a precipitare, mentre tutto quello che è
al suo minimo può aspirare all’ascesa, alla crescita. Tutto questo è reso
possibile dal fatto che la rigenerazione avviene a partire dal potenziale
energetico nascosto.
Il solstizio rappresenta l’inizio della metà ascendente dell’anno
solare.
Nell'antica Grecia i
due Solstizi erano chiamati Porte: porta
degli Dei il solstizio invernale e porta degli uomini quello estivo.
La porta degli uomini è rivolta a nord la porta degli dei è
rivolta a sud.
Durante il periodo solstiziale estivo il sole è a nord
dell'equatore celeste in quello invernale a sud.
I
solstizi rappresentano la porta, il confine, tra l’umano e il divino.
Il
passaggio dalle Tenebre alla Luce. Il sole resta
progressivamente sempre più a lungo nel cielo allungando così le nostre
giornate.
È una festa di luce, dai profondi messaggi iniziatici ed
esoterici legati al risveglio interiore.
Nella tradizione Romana il custode delle due porte solstiziali
era il Dio Giano bifronte . La radice del nome Giano, Janus che è il nome
antico di Giovanni, indica un passaggio. Similmente al nome Janus è la parola
sanscrita yana che indica la porta.
Giano veniva identificato col Sole nel ciclo giornaliero e
annuale, con l’anno e con il cielo, colui che aveva il potere sul tempo e sul
destino, la scienza del passato e del futuro, ottenuto da Saturno, perseguitato
da Giove e regalmente ospitato da Giano.
Giano era il custode (Ianitor) delle porte (ianus-porta) ed
esercitava la sua influenza su ogni passaggio e su ogni inizio o principio.
Durante le due Celebrazioni solstiziali veniva rappresentato con
due volti, uno barbuto simbolo del passato e l'altro giovanile simbolo del
futuro, la doppia fronte simboleggiano l’anno trascorso e l’anno che sta per
arrivare nel mese di Gennaio (Januarius). A lui erano consacrati il primo mese
dell’anno, l’inizio di ogni mese, di ogni giorno e di ogni attività.
Giano era colui che iniziava attraverso un moto rotatorio sulla
sua terza faccia invisibile, cioè l'asse del mondo, che conduceva alle due
Porte Solstiziali. A Giano il compito di accompagnare il passaggio da uno stato
all'altro. Nella tradizione Romana si apponeva un'immagine di Giano
all'ingresso principale della casa, quella porta diveniva la porta di Giano.
Nella notte del solstizio si onora il ritorno alla luce.
Nel Cristianesimo il culto di Giano viene sostituito da San
Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista. I due Giovanni sono celebrati
alcuni giorni dopo la data esatta dei due solstizi il 24 giugno e il 27
dicembre: rispettivamente la discesa e la salita sono già cominciate. Lo yin
cede il posto alla yang.
Alla festa giovannea del solstizio d’inverno si è sovrapposto il
Natale e il Sole nascente rappresentato dal simbolo del Cristo Bambino. I due
Giovanni sono l’immagine di una contemporanea esistenza di due dimensioni, che
durante i solstizi si congiungono ed in quel frangente le porte sono aperte per
permettere il passaggio.
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Prima della riforma giuliana, il mese di dicembre era il decimo
mese dell’anno. Il nome deriva dal latino decem (dieci) poi divenuto dodicesimo
mese dell’anno, nonostante il tempo e le bizzarrie dell’imperatore Commodus il
mese Dicembre conservò tale nome. L’imperatore Lucius Aelius Aurelius Antoninus
Commodus, è stato un imperatore romano, membro della dinastia degli Antonini;
regnò dal 180 al 192. È descritto dagli storici come stravagante e depravato,
amava cambiare i nomi dei mesi, ribattezzò più volte Dicembre non ultimo in
"Amazzonio", in onore della propria amante, bravissima amazzone.
Morto l'imperatore, si ritornò al vecchio nome.
La data simbolica del 25 Dicembre per la celebrazione del Natale
cristiano fu scelta attorno al III-IV secolo d. C. (ci sono testimonianze già
nel 326 d. C.), una scelta che doveva coincidere con la festa del dio Mithra.
Molti Cristiani erano attirati da queste feste spettacolari cosicché la Chiesa
romana, preoccupata della diffusione dei culti solari pensò bene di celebrare
nello stesso giorno la natività di Cristo, vera Luce e vero Sole. La Chiesa
romana, prima di allora, non considerava molto importante la nascita di Cristo.
Nel quinto secolo San Leo scrisse che il giorno della nascita di
Gesù andava festeggiato solennemente perché la nascita di Cristo era anche la
nascita dei Cristiani da quel momento in poi si festeggia il Natale.
Il India si celebra la festa del raccolto di buon auspicio.
Quest’evento è contraddistinto da fervore ed allegria. Si celebra il 14 gennaio
di ogni anno. La giornata è dedicata all'ascesa del Dio sole nell'emisfero
settentrionale. Per gli hindu il sole simboleggia la conoscenza, la luce
spirituale e la saggezza.
È un
invito ad allontanarsi dalle tenebre dell'illusione ed orientarsi verso una
nuova vita, illuminata dalla luce interiore, da una crescente purezza, saggezza
e conoscenza.
Nel simbolismo tradizionale delle porte solstiziali,
corrispondenti all'entrata e all'uscita dalla Caverna Cosmica: la prima porta,
quella “degli uomini”, coincide con il Solstizio d’Estate, cioè all'entrata del
Sole nel segno zodiacale del Cancro, la seconda, quella “degli dei”, al
Solstizio d’Inverno, cioè all'entrata del Sole nel segno zodiacale del
Capricorno.
Dal punto di vista iniziatico la caverna, per via del suo carattere
di luogo nascosto e chiuso, rappresenta un momento di totale interiorizzazione
dell’essere, vale a dire il luogo dove avviene, accedendovi, una nuova nascita
dell’iniziato, l’inconscio e tutto ciò che vi sedimenta. La rigenerazione
cosmica è concepita nella tradizione indiana con la discesa e l’aiuto di un
Avatar, anche il Cristo ne è esempio fra i tanti altri delle varie tradizioni
spirituali e religiose. Il Sole ritorna sempre e con lui la vita.
Altro simbolo solstiziale è il Vischio, pianta sacra per i
DRUIDI, che veniva recisa dall'albero su cui nasceva seguendo una solenne
cerimonia. La raccolta del vischio avveniva specialmente in due momenti
particolari dell'anno: a Samhain e nel Giorno di San Giovanni. Il Vischio era
considerato la panacea per tutti i mali. Essa è una pianta parassita che
affonda le sue radici nell'altrui forza, non tocca terra e veniva considerata
una emanazione divina.
Gli antichi la chiamavano "scopa del fulmine" pensavano
che nascesse quando la folgore colpiva un albero. I DRUIDI rispettosi della
natura divina di questa pianta di Vischio usavano tagliare i ramoscelli con un
falcetto d'oro.
È di buon auspicio per l'anno che viene averne un ramoscello in
case.
Buon Solstizio d’Inverno